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Le qualità principali di una strategia

Ogni strategia deve rispettare 4 qualità principali: chiarezza, univocità, completezza, verificabilità. Se manca una sola di queste 4, è come andare a caso

Nell’articolo precedente abbiamo visto quali sono i 5 elementi di una strategia, cioè quelle 5 caratteristiche che devono essere necessariamente presenti in qualsiasi metodo di trading. Se manca uno dei 5 elementi, non si può chiamare strategia e diventa un semplice cliccare a caso, in quel caso tanto vale tirare i dadi o “seguire la pancia”.

In questo articolo, facciamo un passo avanti e descriviamo le 4 qualità principali di ogni strategia. Eh sì, non bastavano i 5 punti cardinali: quelli sono necessari, ma non sufficienti. C’è un altro passaggio da fare, per capire se una strategia sta in piedi oppure no.

Prima di commentarle in dettaglio le elenchiamo, così cominci a fare la loro conoscenza.

  1. Chiarezza
  2. Univocità
  3. Completezza
  4. Verificabilità

1. CHIAREZZA

Tanto per cominciare, una strategia deve essere chiara, semplice, comprensibile. Altrimenti ci fermiamo prima ancora di cominciare. Ed è proprio a questo che ci riferiamo con il concetto di evidenza.

Ecco esempio di strategia chiara ed evidente: “compra al superamento del massimo della candela precedente”.

2-sup-max

(attenzione, questo è un esempio volutamente semplice, in realtà come abbiamo visto nell’articolo precedente questa non è una strategia completa, perché descrive solo i punti cardinali 1 e 2, cioè quando e dove entrare, mentre mancano stop, target e size, ma ci serve a scopo di esempio)

La regola è matematica: P(2)>Max(1), cioè il segnale scatta quando prezzo durante la candela 2 supera il massimo della candela 1. Non ci sono dubbi né possibilità di errore. Si può addirittura impostare un ordine pending appena si chiude la candela.

Vuoi un esempio di strategia non chiara? Eccolo: “compra al superamento del massimo della candela precedente con volumi in aumento”.

Quale è il limite che definisce volumi in aumento? Quando sono del 50% superiori alla candela precedente? Oppure basta il 10%? E se siamo in un orario di scambi ridotti perché siamo in pausa pranzo, ha ancora senso misurare un incremento di volumi? E’ bastato inserire una condizione qualitativa (volumi in aumento) anziché quantitativa e la regola si insabbia da sola.

Nell’immagine seguente l’incremento di volumi è molto evidente sia in valore assoluto che in valore relativo, ma in altri casi potremmo avere situazioni di incertezza.

3-volumi

La seconda regola, benché simile alla precedente, non è chiara. Per renderla chiara, dovrebbe essere espressa in forma quantitativa e ben definita, ad esempio: “volumi in aumento del 10% rispetto alla candela precedente” . Meglio ancora se si aggiunge una condizione del tipo “volumi non inferiori alla media delle ultime 10 candele”.

Conclusione: una regola deve essere sempre espressa in maniera quantitativa e misurabile.

2. UNIVOCITA'

Questa è una caratteristica un po’ più sottile, e che potrebbe confondersi con la prima. Per capire che cosa intendiamo con univocità, faremo degli esempi per descrivere il suo contrario, cioè l’ambiguità.

Esempio: in un trend rialzista, chiudere le posizioni long alla violazione dell’ultimo minimo relativo.

Nel grafico seguente, non è facile stabilire se il minimo relativo sia A oppure B. Nel caso di B, non ci sono abbastanza candele alla sua destra per stabilire se si può usare come riferimento di nuovo minimo relativo. In questo caso, la formulazione del concetto minimo relativo è ambigua, perché non definisce quali sono le condizioni che caratterizzano la formazione di un minimo relativo, lasciando un’area di incertezza.

4-minimi

Per rendere univoca la stessa regola, andrebbe specificato che il minimo relativo si aggiorna quando ci sono almeno 3 candele con minimi superiori a destra e a sinistra.

3. COMPLETEZZA

Facciamo subito una premessa importante a proposito della terza qualità: questa è importante ma potrebbe essere non necessaria, ovvero in alcuni casi si potrebbe anche chiudere un occhio se non viene rispettata. Mi riferisco al fatto che la strategia sia in grado di descrivere tutti gli scenari di mercato, e sia in grado di dare una risposta (SI/NO) in ogni condizione.

Spieghiamolo subito con un esempio.

Supponiamo di avere una posizione long che è già in profitto e di impostare un trailing stop per la protezione dalla posizione. La regola “chiudi la posizione quando il prezzo tocca il Supertrend (10,3)” è chiara, univoca ed esaustiva. Ad ogni chiusura di candela si aggiorna il calcolo dell’indicatore e vediamo subito adeguarsi il nuovo livello di inversione del trend, che funge da stop loss.

5-supertrend

Fin qui tutto chiaro? Bene, allora vediamo un esempio in cui le cose si complicano.

Supponiamo di impostare un ingresso a favore di trend dopo un pullback correttivo, utilizzando i livelli di Fibonacci. Ad esempio, dopo uno swing rialzista, la regola potrebbe essere “alla chiusura della candela successiva al massimo dello swing, ingresso long al 38% con stop loss sul 50%”.

Apparentemente è una regola chiara (i livelli si tracciano sul grafico senza possibilità di errore) e univoca. Eppure possiamo trovarci in condizioni in cui con questa regola non sappiamo che cosa fare. Ad esempio, come ci comportiamo se la candela con cui si forma il massimo chiude già sotto il 38%? Aspettiamo comunque il close della successiva oppure entriamo subito a mercato? E se la candela successiva al massimo di swing oltrepassa il 50%? Si annulla il segnale?

6-fibonacci

Anche se la regola è espressa in maniera chiara e misurabile, ci sono delle situazioni grafiche che non rientrano nelle condizioni previste, e quindi non abbiamo indicazioni sulle azioni da compiere. In questo caso, la cosa migliore da fare è non fare niente, perché la regola non è applicabile in queste condizioni.

In questo caso, la strategia non è da scartare, ma la sua applicabilità si riduce e comunque rivela una formulazione incompleta perché non tiene conto di alcuni possibili scenari.

4. VERIFICABILITA'

Infine, qualunque strategia deve essere verificabile sui dati del passato, per valutare quali risultati ha generato, sia come serie storica che come simulazione a posteriori.

Sappiamo bene che i risultati del passato non danno alcuna garanzia sul futuro, perché il mercato è in continuo mutamento e non si ripete mai in maniera identica, tuttavia il passato è l’unica base di dati che abbiamo a disposizione per fare delle simulazioni, e quindi è un buon punto di inizio. Di sicuro, se una strategia è stata fallimentare nel passato, non perderemo altro tempo a testarla sui mercati reali, giusto?

Ci sono delle condizioni però in cui una strategia non è verificabile a posteriori, oppure lo è solo in maniera parziale. Può succedere quando i dati storici sono insufficienti oppure non sono proprio disponibili.

Questo è il caso di strategie su timeframe molto brevi, ad esempio grafici a tick o a 1 minuto. La maggior parte delle piattaforme contiene un database limitato come numero di candele, quindi non ci permette di andare molto indietro nel tempo. Supponiamo di avere un limite di 200 candele: su un grafico daily corrispondono a 4 anni, quindi un arco di tempo molto ampio, ma se si tratta di un grafico M1 sono poco più di 3 ore, e le tre ore precedenti o successive potrebbero essere completamente differenti.

Un altro esempio è quello dei dati sulla distribuzione dei volumi (volume profile). Questi dati si modificano ad ogni tick scambiato e non è possibile ricostruire la forma del volume profile in un dato momento del passato. Addirittura, l’istogramma del VP cumulato giornaliero è disponibile solo per una serie limitata di giorni precedenti.

7-volume-profile

Supponiamo di avere a disposizione una quantità di dati sufficientemente dettagliata e profonda in termini temporali. A questo punto possiamo procedere all’analisi in 3 modi:

-analisi visiva sul grafico
-analisi dei valori OHLC in Excel
-analisi automatizzata

Il primo sistema è il più semplice ed immediato, e costituisce anche un ottimo allenamento per riconoscere pattern e condizioni operative in maniera discrezionale.

Il secondo sistema è più efficace del primo ma introduce qualche elemento di complessità. Per prima cosa bisogna esportare i dati storici dalla piattaforma e importarli in un foglio elettronico. Poi occorre tradurre le condizioni operative in formule ricorsive e in collegamenti logici. Questo si traduce in un lavoro piuttosto impegnativo, che spesso scoraggia i trader che hanno poca familiarità con Excel.

Tuttavia, il foglio elettronico fornisce un ottimo supporto perché tramite le tabelle pivot permette di ottenere dati aggregati e statistiche, che con la semplice analisi visiva non sono nemmeno immaginabili. Sono passati più di 30 anni dalla nascita dei primi fogli elettronici, eppure ancora adesso Excel è uno strumento di lavoro insostituibile, anche nell’ambito del trading.

Il terzo sistema è legato alle funzioni di backtest e di simulazione disponibili in alcune piattaforme di trading, ad esempio Metatrader, TradeStation, ProRealTime. A seconda delle piattaforme, la modalità di trading simulato è più o meno complessa: a volte è sufficiente “smanettare” sul grafico, altre volte si utilizza la programmazione a oggetti, altre volte occorre conoscere un linguaggio proprietario.

Il vantaggio di questa terza modalità è che i report di performance generati dalle piattaforme sono molto dettagliati. Inoltre i codici utilizzati per la simulazione sono spesso utili per costruire expert advisor da utilizzare come generatori di segnali operativi, oppure per impostare un’operatività automatizzata.

PARAMETRI DI PERFORMANCE

Se una strategia è verificabile nel passato, siamo in grado di ricostruire le operazioni che avrebbe generato in un certo periodo di tempo e su un certo mercato. A questo punto non siamo ancora in grado di valutare la bontà della strategia, perché i parametri di performance sono numerosi e bisogna sapere che cosa cercare e quale importanza dare a ciascuno di essi.

Abbiamo già trattato l’argomento dei parametri di performance in questo articolo.

CONCLUSIONE

A volte capita di innamorarsi di una strategia perché “ci piace” o solo perché l’abbiamo imparata da una fonte autorevole. Sarebbe bene invece investire del tempo a testare e valutare prima di andare a mercato, ricordandosi di verificare che siano rispettati i 5 punti cardinali e le 4 qualità principali.

Eh già, è più “divertente” andare subito a mercato e testare un metodo sui grafici in tempo reale, ma se non c’è un terreno solido sotto i piedi si rischia di sprofondare all’improvviso. Dietro i successi di un trader professionista spesso si nasconde il lavoro certosino e scrupoloso di un bravo analista, inteso nel senso di analista tecnico, non dello psicanalista 😉

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