Anche tu stai facendo anche tu lo stesso errore che fanno molti trader (e che ho fatto spesso anche io, in passato)? Hai studiato una exit strategy per le tue operazioni oppure ti affidi… alla speranza?
Se hai delle operazioni aperte e non sai più che pesci pigliare, sei in una situazione comune a molti, che si chiedono: che faccio, chiudo? Se sei in profitto, la domanda diventa: “che faccio, incasso o punto ad un target maggiore?” E se invece sei in perdita, la domanda diventa: “che faccio, chiudo in loss oppure tengo aperto finché recupera?”
In entrambi i casi, la domanda è mal posta, perché significa che la exit strategy non c’è. Altrimenti non ti domanderesti che cosa fare.
La buona notizia è che non sei il solo a farti queste domande, anzi capita spesso a molti trader. Te ne accorgi dagli interventi che si leggono in continuazione sui forum di finanza o sui gruppi dedicati al trading su Facebook.
“Ciao, ho comprato Unicredit a XX; che cosa ne pensate?”
“Ehi, sono long di FTSE-MIB da YYY, secondo voi rimbalza?”
“Stasera parla la Yellen, come reagirà EURUSD?”.
Certamente avrai letto anche tu un sacco di risposte che cominciano sempre con le stesse parole: “spero che…“ oppure “secondo me…“. Ecco, quelle risposte partono già con il piede sbagliato.
Ci sono due riflessioni importanti da fare. Cominciamo con la prima.
La exit strategy di un’ operazione va decisa tassativamente PRIMA di entrare in posizione. Ripeto: PRIMA (e lo scrivo in maiuscolo perché si capisca bene). E ribadisco: tassativamente, cioè senza eccezioni.
Perché una volta che sei dentro un’operazione, perdi lucidità e non sei più capace di fare una valutazione obiettiva. E questo vale per i neofiti come per i top trader. Non raccontiamoci la balla dello scalper che “sente il respiro del mercato” oppure fa trading “seguendo la pancia”. Dai, siamo seri.
Quindi, prima di aprire una posizione qualunque, decidi in maniera inderogabile DOVE e QUANDO uscire in perdita (STOP) o in profitto (TARGET).
A quel punto, puoi anche dare la password del tuo conto ad un bambino delle elementari, spiegargli la differenza tra il tasto BUY e il tasto SELL, e ordinargli di eseguire solo quelle due operazioni, quando si verificassero le condizioni. E andartene a spasso.
Se fai una cosa diversa da questa…. auguri e buona fortuna (ne avrai bisogno). Passiamo quindi alla seconda riflessione.
Se ci sono due espressioni che devono essere eliminate dal vocabolario di ogni trader sono proprio “spero che…“ e “secondo me…“. Non dico di usarle con parsimonia o di non abusarne, dico proprio di ELIMINARLE. E nuovamente, lo scrivo in maiuscolo perché si capisca bene.
Le opinioni nel trading contano meno di zero. Si tratta solo di numeri, di cifre. Una strategia funziona se mette i numeri e la statistica a proprio favore. Questo si chiama edge, cioè margine di vantaggio, ed è una caratteristica misurabile, non è un feeling.
Lo dico chiaramente, a costo di attirarmi qualche polemica o qualche antipatia: l’intuito, il feeling con il mercato, il sentire i prezzi con la pancia, non contano niente. Sono balle.
E va bene, magari in Italia uno o due talentuosi ci sono, ma sono semplicemente persone dotate di una capacità straordinaria di interiorizzare pattern grafici e schemi matematici e riconoscerli velocemente senza bisogno di razionalizzare o fare calcoli. Ecco, io non faccio parte di quella categoria di geni. E nemmeno tu, scommetto.
Quindi, concludendo:
1) la exit strategy si decide PRIMA di entrare in posizione. Prima, non durante.
2) le parole “secondo me” e “spero che” non esistono. Le devi cancellare dal tuo vocabolario.
Ovviamente, queste sono solo le mie opinioni personali. Sei libero di pensarla diversamente, ci mancherebbe. Poi però non venirmi a dire che non ti avevo avvertito.