Immagina un alpinista che si accinge a scalare l’Himalaya, per aprirsi la via fino alla vetta.
Prepara la spedizione nei minimi particolari: studia la parete, le altezze, le distanze e le pendenze. Studia il clima, la stagione, le previsioni a 1 giorno 1 settimana e 1 mese.
Si procura l’attrezzatura, la testa ripetutamente, si apposta presso il campo base per attendere il momento propizio per cominciare la scalata.
E soprattutto prepara il suo corpo alla fatica fisica, alla privazione di ossigeno in quota, al mal degli 8000 che procura allucinazioni per effetto dell’altitudine. Perché lassù non c’è il navigatore, non ci sono aree di servizio, non puoi dire “basta, non ce la faccio più, fatemi scendere”.
Lassù sei da solo, sei tu sulla parete, che non si sposta e non si muove, si lascia percorrere e attraversare. Se ne sei capace.E’ un gigante silenzioso, la montagna. Era lì prima di te e sarà ancora lì, dopo che tu te ne sarai andato. Non si sposta, non si muove.
La montagna è il mercato, attraversato ogni giorno da migliaia di piccoli alpinisti della finanza, che sfidano le vette alternando successi o fallimenti.
Se scivoli su un appiglio, solo lo stop loss ti può salvare. Ma anche se il moschettone è assicurato bene, può solo fermare la tua caduta, non evitarla. E quando hai smesso di oscillare appeso a una corda dopo un volo di 15 metri, da lì devi tornare su con le tue forze. Centimetro dopo centimetro.
Ogni passo è una conquista. Ogni caduta una disfatta.
Gli stessi centimetri che avevi scalato prima in ore e ore di fatica, puoi perderli in una manciata di secondi per una caduta: un’istante di distrazione, uno sperone di roccia che si stacca, un appoggio che cede, una mano che perde la presa, il ghiaccio che ti tradisce.
Le dichiarazioni della banca Centrale, i dati sui non-farm payrolls, la crisi in Crimea, gli earnings, un terremoto, un avviso di garanzia al presidente… e ora li devi riconquistare uno ad uno.
Devi fare altra fatica per ritornare al livello da cui sei caduto, sapendo che hai perso energie e che non ti puoi permettere un’altra caduta. Devi salire più piano di prima, con più attenzione, con più paura.
Se hai un track record di 100€ di profitto al giorno ma hai perso 1000€ in un giorno solo, non ti basteranno 10 giorni positivi per recuperarli, perché dovrai ridurre il tuo livello di rischio e accontentarti di 50€ al giorno. Altrimenti alla prossima caduta saranno 2000€ da recuperare e il tuo saldo sarà insufficiente a consentirti di risalire.
Poi c’è quello che arriva vicino alla vetta, ma si accorge che non ce la fa.
Pensate all’uomo che è arrivato a 15 mt dalla vetta dell’Everest e ha dovuto rientrare per le condizioni meteo avverse. Che cosa sono 15 metri? Come attraversare la strada, in linea d’aria.
Ma 15 mt in quota potrebbero essere millecinquecento centimetri di pietra tagliente o ghiaccio senza appigli esposti al vento sferzante degli 8000 con decine di gradi sottozero visibilità nulla carenza di ossigeno muscoli indolenziti dita congelate battito accelerato respiro affannoso emicrania lacerante il buio che sta per arrivare e nessuno lì con te.
Nessuno lì con te.
E l’alpinista si accampa, avvolto come un bozzolo nel suo sacco a pelo isolante, appeso a uno sperone di roccia lontano dal mondo.
E il trader resta appeso alle sue posizioni overnight con l’imprevisto dietro l’angolo, le dichiarazioni del governatore, o la crisi in Crimea o il taglio dei tassi o il downgrade del rating o i dati sulle scorte o l’indice di fiducia.
Niente su cui possa avere il minimo controllo, tranne quell’unico piccolo dettaglio: il punto in cui ha messo lo stop, il moschettone a cui è agganciata la corda collegata alla sua imbragatura, lassù su quella cima irraggiungibile.
Non puoi uscirne, non puoi cancellare la posizione con un clic. La devi portare a breakeven, almeno. Per uscirne devi rifare la stessa strada.
In discesa non è più facile che in salita.
Penso all’uomo che è disceso senza aver raggiunto la vetta. Penso alle parole di consolazione e agli incoraggiamenti per la prossima volta. Quell’uomo ha fallito, non ce l’ha fatta, non ha raggiunto la vetta, si è fermato a 15 metri.
Quell’uomo ha fallito? Niente affatto.
Quell’uomo ha vinto, ha ottenuto un successo straordinario, ha compiuto un’impresa eccezionale. Con le sue forze, con la sua energia, con il suo spirito, ha scalato una vetta dove pochi audaci si sono avventurati, e molti non ne sono scesi vivi.
E’ riuscito a spingersi fino a 8833 metri di quota (15 mt dalla vetta dell’Everest) con le sue mani le sue braccia le sue gambe i suoi polmoni, omaggiare la statura della montagna, riconoscere la sua supremazia, onorare la vetta sopra di lui e rientrare vivo.
Però, che vista da lassù….